Ho voglia delle tue labbra, avide e inquiete, golose e morbide su di me. Ricordo un tango su lenzuola di raso color avorio e i nostri corpi intrecciati come le nostre lingue, mentre il divenire sospendeva il suo procedere, arreso a una meraviglia che da potenza si tramutava in atto.
Mi sei entrato dentro e con me sei rimasto, scavalcando confini e coordinate.
Il primo bacio, ricordo.
E lo sovrappongo all’ultimo, in una circolarità senza fine.